Giornata internazionale delle persone con disabilità

In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, gli alunni della 2DI hanno approfondito il tema della disabilità in tutte le sue dimensioni. Durante la lezione di Scienze Motorie e Sportive, hanno sperimentato in prima persona una simulazione di disabilità sensoriale, raccogliendo sensazioni e riflessioni sul significato di vivere tale condizione. Da questo percorso di consapevolezza vissuto dai ragazzi è nato il testo, elaborato da Alessandro Caravati.

“Il giorno 4 dicembre, è stato chiesto a noi studenti della classe 2DI di eseguire alcuni giochi ed esercizi eliminando il senso della vista con delle mascherine poste sugli occhi. L’ipovedenza, più informalmente la cecità, è forse la disabilità più facile da sperimentare.  Una volta divisa la classe a coppie, sono stati eseguiti due test: nel primo, un compagno si sarebbe bendato gli occhi, mentre l’altro avrebbe dovuto guidarlo con la voce per la palestra, cercando di fargli fare esperienze che a noi sembrano scontate, ma che a delle persone ipovedenti creano diversi problemi, come, per esempio, scavalcare uno sgabello, camminare su un materasso morbido, mantenere l’equilibrio su una gamba, tutto questo mentre anche le altre coppie facevano lo stesso. Durante questo esercizio, abbiamo potuto notare come i ragazzi bendati sembrassero confusi, ma soprattutto spaventati. Non è un caso che nelle considerazioni che ci hanno fornito dopo l’esercizio, la principale sia stata una grande paura a causa della sensazione di avere qualcosa davanti, o comunque nelle vicinanze. Abbiamo notato, inoltre, come, nonostante la guida da parte dei compagni non bendati, essi presentassero difficoltà in semplici movimenti o nell’incontro con altri “ipovedenti” durante il percorso. Successivamente abbiamo visto come essi, in qualunque momento, anche se c’era il loro compagno a cui erano costretti ad affidarsi, alzassero le mani, come per toccare qualcosa di invisibile, normalissimo riflesso nel momento in cui non si vede più. Dopo questa esperienza ci hanno descritto cosa hanno provato, e ci hanno raccontato, oltre a ciò detto precedentemente, che, nonostante conoscessero la palestra da un anno intero e sapessero da dove stessero partendo, non riuscivano comunque ad orientarsi o a tenere traccia della loro posizione durante la prova. 

Successivamente, per il secondo test, abbiamo scelto due delle coppie della classe e abbiamo fatto una specie di gara: i compagni vedenti avrebbero dovuto nascondere cinque oggetti (funi, palline di diverso tipo, volani) e poi, senza parlare, ma solo producendo suoni attraverso materiali forniti dalla Professoressa (due testimoni di legno e due metallici), avrebbero dovuto guidare i bendati, il cui obbiettivo era quello di raccogliere questi materiali nascosti e riportarli ad uno studente delegato. Di conseguenza hanno dovuto basarsi unicamente sul loro udito, fidandosi dei loro compagni una volta ancora. Abbiamo potuto notare come, a differenza dalla prova precedente, essi abbiano seguito senz’alcun indugio il suono prodotto dal proprio compagno (forse si stavano abituando alla mancanza del senso della vista o forse sentivano la competizione). Dovevano anche stare attenti a non confondere il suono con quello dell’avversario. Nei nascondigli più semplici se la sono cavata piuttosto efficientemente, ma c’era il rischio di colpire per errore gli oggetti e spostarli lontano. In nascondigli più insidiosi e complessi, come tra i materassi, incontravano diverse difficoltà a localizzare l’oggetto, nonostante il loro senso del tatto e l’aiuto del suono prodotto dal compagno. Inoltre, abbiamo osservato come chi guidava il compagno, fosse sempre costretto a girarsi verso l’ipovedente, giustamente, non potendo essere mai sicuro che egli lo stesse seguendo, se non con la sua vista. Essi ci hanno illustrato come, all’inizio, la prova sembrasse semplice e facile, ma ci hanno raccontato che, quando colpivano o calciavano l’oggetto, essi ne perdessero completamente traccia, il che rendeva il tutto molto più complicato. 

Per concludere, desidero far notare al lettore come anche le azioni più semplici possano diventare complesse per queste persone, costrette dalla nascita o a causa di eventi indipendenti dalla loro volontà a convivere con una condizione che, almeno per me, risulterebbe insostenibile anche solo per pochi giorni.
Per questo ritengo sia fondamentale non sminuirle e, soprattutto, non rendere una vita già complessa ancora più difficile.

Ringrazio il lettore che si è spinto fino a questo punto, dimostrando che, a questa comunità, tiene; ringrazio la scuola per aver deciso di sensibilizzare maggiormente su questo tema, ancora troppo poco rispettato; ringrazio la nostra Professoressa che ci ha permesso di capire almeno in parte le difficoltà che queste persone devono affrontare.”

Info utili

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), la disabilità è il risultato dell’interazione tra una condizione di salute e fattori personali e ambientali. Non è solo una menomazione fisica o mentale, ma riguarda anche le barriere sociali e culturali che impediscono la piena partecipazione.

La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (2006, ratificata in Italia nel 2009) definisce le persone con disabilità come coloro che hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che, insieme a barriere esterne, ostacolano la loro inclusione. Può essere temporanea o permanente, progressiva o regressiva, reversibile o irreversibile. 

Categoria

Descrizione

Esempi

Fisica/Motoria

Limitazioni nei movimenti o nell’uso del corpo.

Paralisi, distrofia muscolare, amputazioni

Sensoriale

Coinvolge vista, udito o altri sensi.

Cecità, sordità, ipoacusia

Intellettiva

Difficoltà cognitive che influenzano apprendimento e autonomia.

Sindrome di Down, ritardo mentale

Psichica

Disturbi che riguardano la sfera emotiva e comportamentale.

Schizofrenia, disturbi d’ansia gravi

Multipla

Presenza di più forme di disabilità contemporaneamente.

Disabilità motoria + sensoriale

Relazionale/Sociale

Barriere ambientali e culturali che impediscono la partecipazione.

Mancanza di accessibilità, discriminazione

Riflessioni conclusive

La disabilità non è solo una condizione individuale, ma un fenomeno che dipende anche dall’ambiente. Una società accessibile riduce le limitazioni. Oggi si preferisce parlare di persona con disabilità piuttosto che “disabile”, per sottolineare che la persona viene prima della condizione.